Nel giugno 2017 ho sperimentato per la prima volta l’uso degli SDR (Software Defined Radio), in particolare dell’SDRplay, un prodotto altamente performante, ancora oggi molto valido. All’epoca, a 17 anni e non ancora radioamatore, mi ero autocostruito un’antenna tarata approssimativamente sui 144 MHz. Con questo sistema desideravo testare la ricezione delle meteore sfruttando un radar francese. Questo radar, sviluppato per catalogare oggetti in orbita, può essere utilizzato anche per rilevare il ritorno di segnali radio riflessi da meteore. La ionizzazione atmosferica, causata dal passaggio di un oggetto a grande velocità, crea infatti condizioni ideali per la ricezione.
Meteorlogs agli albori
La prima versione di Meteorlogs era rudimentale: avevo configurato un vecchio PC con Windows XP nella mia camera da letto. L’antenna era posizionata fuori dalla finestra, che dovevo lasciare sempre aperta. Ogni mattina mi svegliavo e analizzavo manualmente circa 7.000 screenshot dello spettrogramma per scremare i dati inutili. Questo metodo era efficace, ma richiedeva troppo tempo, specialmente quando le lezioni scolastiche ricominciarono. Fu allora che iniziai a lavorare sul prototipo di Meteorlogs V2.
Meteorlogs V2: l’automazione
All’inizio del 2018 nacque Meteorlogs V2, che introdusse i primi automatismi. La stazione di ricezione e l’antenna furono spostate in una postazione più comoda. Utilizzavo il software SpectrumLab, che include una funzione avanzata per analisi in tempo reale attraverso un linguaggio di scripting dedicato. Armato di manuale e istruzioni, sviluppai un sistema in grado di rilevare automaticamente i picchi radio all’interno di una regione d’interesse. Quando identificava una potenziale meteora, il programma catturava uno screenshot. Questo miglioramento ridusse drasticamente il mio carico di lavoro, passando da migliaia di screenshot da analizzare manualmente a una gestione automatizzata. Decisi inoltre di salvare le immagini su un NAS locale per liberare spazio sul PC, ma presto mi resi conto che era necessario fare un ulteriore passo avanti per migliorare l’analisi dei dati in Emilia-Romagna.

Meteorlogs V3: l’evoluzione infrastrutturale
Meteorlogs V3 rappresentò un grande salto tecnologico. Configurai tre macchine virtuali (VM) oltre alla stazione di ricezione. Modificai SpectrumLab per generare dati in formato CSV. Con l’aiuto di MAGH Elettronica, installai tre antenne sul tetto di casa, i cui cavi convergevano nella server room. Le VM svolgevano compiti specifici:
- La prima VM gestiva i dati in ingresso, li catalogava e li archiviava in un database MySQL.
- La seconda VM analizzava i dati, generava grafici giornalieri, mensili e annuali e segnalava eventi importanti via email, allegando screenshot e informazioni rilevanti.
- La terza VM ospitava un sito web locale in PHP per consultare i grafici e i dati elaborati.
Questo sistema funzionò egregiamente fino al 2022, quando l’aumento dei costi dell’energia mi costrinse a spegnere il server centrale. Tuttavia, il progetto non si fermò: era tempo di evolverlo ulteriormente.
Meteorlogs V4: il presente
L’attuale versione, Meteorlogs V4, ha spostato quasi tutta l’infrastruttura nel cloud, mantenendo solo la stazione di ricezione in locale, ora operativa su un mini PC chiamato LattePanda. Il sistema è diventato ancora più completo e accessibile. Oggi, i dati sono disponibili globalmente attraverso un sito web dedicato scritto in React JS, offrendo una piattaforma avanzata per la raccolta e l’analisi delle meteore. Seguiranno nuovi aggiornamenti.
